Specie botanica del genere Chiloschista, è stata descritta dal botanico e orchideologo tedesco Friedrich Richard Rudolf Schlechter (1872 - 1925) nel 1919. I sinonimi accettati per questa specie sono Epidendrum pusillum J.König in A.J.Retzius 1791; *Limodorum pusillum Willd. 1805; Oeceoclades retzii Lindl 1833; Taeniophyllum pusillum (Willd.) Seidenf. & Ormerod 1995.
Considerata una delle specie di Chiloschista con i fiori più piccoli, che misurano circa 7,5 mm, Chiloschista pusilla popola le foreste montane primarie della Cina, Sri Lanka, Malesia e Vietnam, ad altitudini comprese tra 300 e 1500 m. Gli habitat di crescita sono esclusivamente epifiti, sui rami degli alberi nelle zone umide, di giungle intermedie, tra le zone di bassa e alta quota.
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Specie miniaturale, amante di un clima più fresco rispetto agli altri rappresentanti del genere, Chiloschista pusilla fiorisce frequentemente in primavera, con alcuni fiori profumati disposti su un fusto pendente, racemoso, di circa 15 cm. La pianta si presenta come un groviglio radicale formato da radici piatte, lunghe, che emergono da un fusto centrale molto corto, sul quale si inseriscono foglie oblungo-lanceolate, di circa 1,3 cm di lunghezza e 0,6 cm di larghezza, con punta acuta e picciolo poco sviluppato, che appaiono nel periodo di crescita e cadono prima del periodo di fioritura, che dura da marzo a giugno. I fiori di dimensioni ridotte, a forma di coppa, di colore verde-giallastro, misurano circa 0,75 cm di diametro. La base dei petali e dei sepali è coperta da peli dall'aspetto lanoso. Il petalo dorsale oblungo è concavo, con apice arrotondato e ricurvo anteriormente, formando un cappuccio che copre il labello e la colonna, e misura 0,3 cm di lunghezza e 0,8 cm di larghezza. I petali laterali, di forma ovale, con punte smussate, sono più o meno orientati anteriormente e leggermente ricurvi inferiormente. I petali inferiori presentano punte smussate, arrotondate. La colonna è poco sviluppata, appiattita, con apice diviso. La base del labello è formata da tubercoli corti, pelosi, e il disco di esso, anch'esso coperto da peli, presenta una callosità nodosa a forma di lettera V.
Per una crescita ottimale, Chiloschista pusilla necessita di un livello di radiazione luminosa di 15000 – 25000 lux, preferendo posizioni più ombreggiate, con luce filtrata o diffusa, e ben ventilate.
Essendo una specie termofila, le temperature ideali nel periodo estivo saranno comprese tra 26 – 28 ℃ durante il giorno e 20 – 23 ℃ di notte, con un'escursione di 5 – 6 ℃. Le temperature medie durante le giornate primaverili si collocano tra 29 – 30 ℃ di giorno e 18 – 22 ℃ di notte, con una differenza giornaliera di 12 – 8 ℃. Per il periodo invernale, si raccomandano temperature di 27 – 29 ℃ di giorno e 17 – 19 ℃ di notte, con una differenza di 8 – 12 ℃.
L'umidità atmosferica necessaria per mantenere questa specie si aggirerà intorno all'80% per tutto l'anno, la specie richiedendo valori elevati per questo parametro.
Dovuto al fatto che questa specie non produce foglie, la fotosintesi avviene a livello dei tessuti radicali, aspetto che indica l'impossibilità di coltivare questa specie o qualsiasi altra specie del genere Chiloschista in vaso. Poiché non tollera superfici ruvide, si consiglia di montare gli esemplari di Chiloschista pusilla su placche di corteccia o frammenti di legno con texture liscia. Le specie di Chiloschista reagiscono male alla manipolazione, e spesso la rimozione degli esemplari dal supporto di crescita porta alla loro perdita. Di norma, il coltivatore deciderà di montare gli esemplari dallo stadio di seedling, dopo l'estrazione dal mezzo di coltura dei tessuti (generalmente agar nutritivo) e posizionerà le piante su un supporto che non sarà successivamente cambiato. Eseguire queste operazioni durante il periodo di sviluppo di nuove radici garantirà il fissaggio della pianta al supporto.
Le irrigazioni saranno abbondanti e frequenti per tutto l'anno, ma durante l'inverno, per un periodo di 2 – 3 mesi, eccezionalmente nelle zone con fotoperiodo breve, queste possono essere diradate, senza però stabilire un vero e proprio periodo di sospensione delle irrigazioni. Al massimo, si può decidere di posticipare le annaffiature di 2 – 3 giorni dopo l'asciugatura delle radici. Le piante saranno mantenute costantemente umide durante il periodo di crescita.
Fertilizzazioni saranno effettuate nel periodo di crescita attiva con fertilizzanti equilibrati, ma a diluizioni massime del 25% delle dosi raccomandate dal produttore. In primavera e fino a metà estate si può utilizzare un fertilizzante con contenuto più elevato di azoto, mentre da metà estate fino alla fine dell'autunno si utilizzeranno fertilizzanti con alto contenuto di fosforo.
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